Nelle favole è presente l’happy ending, quella sorta di
piacevolissimo e simbolico tributo, in grado di compensar le difficoltà
affrontate. La Manzoniana Provvidenza, orgoglioso vessillo trionfale, esiste o
rappresenta il fittizio palliativo, frutto delle romanticherie dei sereni
sognatori di un tempo? Oggi, in tutta onestà, al massimo si può parlar di
“Provvida sventura”! Quando finalmente ottieni la tanto attesa occupazione,
dedicando tempo ed energie ad un lavoro che anche se non è quello sperato,
almeno esiste, ecco che ti viene destinata la più clamorosa delle sorprese: lo
stipendio negato! In barba ad una Carta Costituzionale, bella ma continuamente
aggirata, lo Stato “fa orecchie da mercante”, portandoti a maturare il
semi-assurdo pensiero che esista gente nata per architettare subdoli
stratagemmi! In un paese rispettabile ogni cittadino dovrebbe essere
puntualmente retribuito per il lavoro svolto, invece di rassegnarsi ad
osservare, con malcelata rabbia, il lurido ventre dei soliti noti ingrossarsi a
dismisura! In Italia il lavoratore onesto vive di stenti e il bugiardo accattone
gongola nella sua squallida immunità! Non stupisce che, anche nel settore
pubblico, possano verificarsi assurdi paradossi: arrivati alla fine dell’anno
scolastico, ci si imbatte in lavoratori a cui spettano ancora le mensilità
iniziali! Lo Stato usa i supplenti e li paga quando gli pare! Il Ministero del
Tesoro, presosi carica dei compensi, tratta i precari con indifferenza e
noncuranza, come luridi stracci da strizzare fino all’inverosimile e consumare a
furia di sferzanti maneggi, o come vecchi drappeggi da rammendare e riutilizzare
se occorre! Essi continuano a svolgere regolarmente il loro compito e sembrano
somigliar a un esercito di soldatini: lanciati sul campo di battaglia e
dimenticati! Di loro sovviene il pensiero solo quando qualche tragedia ne
accompagna il ricordo! Troppi, negli ultimi mesi, quelli che, in preda ad
angoscia e disillusione, hanno detto addio a un mondo abituato a calpestare la
dignità! Le storie individuali si rassomigliano, in comune hanno la parola
“sacrificio”: c’è chi viaggia per lavorare, abituandosi a levatacce, chilometri
da record e continui imprevisti, stringendo i denti e rigettando legittime
imprecazioni, e chi si trasferisce, salutando i propri bambini per rivederli
solo nel week end, con lo spettro del saldo dell’affitto puntualmente alle
porte! Può un dipendente statale trovarsi, a maggio, ancora in attesa dello
stipendio di novembre? Può un dipendente statale anticipare continuamente soldi
che, in realtà, gli sono dovuti? Può un dipendente statale lasciarsi decapitare
la dignità da questo squallido boia, che qualcuno ancor si ostina a chiamare
Stato? Non c’è Stato senza giustizia e non si vive solo di aria! Il MEF è sordo
dinanzi alle richieste; il MIUR è celebre per i comunicati, puntualmente
disattesi! Si incolpano le scuole ma la verità è che si architettano tecniche
per temporeggiare, perché è facile rimandare, a data da destinarsi, i problemi
delle persone, quando il proprio sedere è ammortizzato! I soldi per investimenti
inutili, pensioni di lusso e stipendi gonfiati si trovano sempre! Si punta sulle
nuove tecnologie e poi non si è in grado di usarle: si dilapidano i soldi
attraverso il ricorso a “sistemoni informatizzati”, che, in realtà, o non sono
in grado di supportare tante informazioni o sono troppo complessi per un
qualsiasi impiegato, privo di specifica pregressa formazione! Persiste il
tentativo di scaricare le colpe e lavarsene le mani: il MEF assomiglia a quel
celebre Pilato che, non sapendo cosa rispondere alla folla in fermento, si
ritirò dalla scena lasciando nello sconcerto più totale l’imputato in mutande!
In Italia si pretende ma non si dà! A un comune cittadino, in ritardo con i
pagamenti, viene imposta una penale perchè non rispetta la scadenza! Queste
regole, però, quando si tratta dello Stato, possono essere facilmente
scavalcate. Per il popolino l’immediata messa in mora o pignoramenti senza
esitazioni! Niente diffida per lo Stato, entità intoccabile e Sacra Sindone a
cui elargire tributi e obbedienza! Si dovrebbe gridare allo scandalo per la
putrefatta iniquità vigente! L’unica attualissima tragicomica favoletta, da
raccontare senza tentennamenti è, dunque, quella del celebre “Signor Pagherò”,
tristemente venuto a mancare. A dare l’annuncio, il fratello "Poi pass", la
sorella "Segna", e il fratellino "Poi ci vediamo".
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