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sabato 4 maggio 2013

La tragicomica storia del signor "Pagherò"

Supplenti senza stipendio e senza dignità

A cura di Mina Giuliano (Fonte: SEI PERIODICO!


Nelle favole è presente l’happy ending, quella sorta di piacevolissimo e simbolico tributo, in grado di compensar le difficoltà affrontate. La Manzoniana Provvidenza, orgoglioso vessillo trionfale, esiste o rappresenta il fittizio palliativo, frutto delle romanticherie dei sereni sognatori di un tempo? Oggi, in tutta onestà, al massimo si può parlar di “Provvida sventura”! Quando finalmente ottieni la tanto attesa occupazione, dedicando tempo ed energie ad un lavoro che anche se non è quello sperato, almeno esiste, ecco che ti viene destinata la più clamorosa delle sorprese: lo stipendio negato! In barba ad una Carta Costituzionale, bella ma continuamente aggirata, lo Stato “fa orecchie da mercante”, portandoti a maturare il semi-assurdo pensiero che esista gente nata per architettare subdoli stratagemmi! In un paese rispettabile ogni cittadino dovrebbe essere puntualmente retribuito per il lavoro svolto, invece di rassegnarsi ad osservare, con malcelata rabbia, il lurido ventre dei soliti noti ingrossarsi a dismisura! In Italia il lavoratore onesto vive di stenti e il bugiardo accattone gongola nella sua squallida immunità! Non stupisce che, anche nel settore pubblico, possano verificarsi assurdi paradossi: arrivati alla fine dell’anno scolastico, ci si imbatte in lavoratori a cui spettano ancora le mensilità iniziali! Lo Stato usa i supplenti e li paga quando gli pare! Il Ministero del Tesoro, presosi carica dei compensi, tratta i precari con indifferenza e noncuranza, come luridi stracci da strizzare fino all’inverosimile e consumare a furia di sferzanti maneggi, o come vecchi drappeggi da rammendare e riutilizzare se occorre! Essi continuano a svolgere regolarmente il loro compito e sembrano somigliar a un esercito di soldatini: lanciati sul campo di battaglia e dimenticati! Di loro sovviene il pensiero solo quando qualche tragedia ne accompagna il ricordo! Troppi, negli ultimi mesi, quelli che, in preda ad angoscia e disillusione, hanno detto addio a un mondo abituato a calpestare la dignità! Le storie individuali si rassomigliano, in comune hanno la parola “sacrificio”: c’è chi viaggia per lavorare, abituandosi a levatacce, chilometri da record e continui imprevisti, stringendo i denti e rigettando legittime imprecazioni, e chi si trasferisce, salutando i propri bambini per rivederli solo nel week end, con lo spettro del saldo dell’affitto puntualmente alle porte! Può un dipendente statale trovarsi, a maggio, ancora in attesa dello stipendio di novembre? Può un dipendente statale anticipare continuamente soldi che, in realtà, gli sono dovuti? Può un dipendente statale lasciarsi decapitare la dignità da questo squallido boia, che qualcuno ancor si ostina a chiamare Stato? Non c’è Stato senza giustizia e non si vive solo di aria! Il MEF è sordo dinanzi alle richieste; il MIUR è celebre per i comunicati, puntualmente disattesi! Si incolpano le scuole ma la verità è che si architettano tecniche per temporeggiare, perché è facile rimandare, a data da destinarsi, i problemi delle persone, quando il proprio sedere è ammortizzato! I soldi per investimenti inutili, pensioni di lusso e stipendi gonfiati si trovano sempre! Si punta sulle nuove tecnologie e poi non si è in grado di usarle: si dilapidano i soldi attraverso il ricorso a “sistemoni informatizzati”, che, in realtà, o non sono in grado di supportare tante informazioni o sono troppo complessi per un qualsiasi impiegato, privo di specifica pregressa formazione! Persiste il tentativo di scaricare le colpe e lavarsene le mani: il MEF assomiglia a quel celebre Pilato che, non sapendo cosa rispondere alla folla in fermento, si ritirò dalla scena lasciando nello sconcerto più totale l’imputato in mutande! In Italia si pretende ma non si dà! A un comune cittadino, in ritardo con i pagamenti, viene imposta una penale perchè non rispetta la scadenza! Queste regole, però, quando si tratta dello Stato, possono essere facilmente scavalcate. Per il popolino l’immediata messa in mora o pignoramenti senza esitazioni! Niente diffida per lo Stato, entità intoccabile e Sacra Sindone a cui elargire tributi e obbedienza! Si dovrebbe gridare allo scandalo per la putrefatta iniquità vigente! L’unica attualissima tragicomica favoletta, da raccontare senza tentennamenti è, dunque, quella del celebre “Signor Pagherò”, tristemente venuto a mancare. A dare l’annuncio, il fratello "Poi pass", la sorella "Segna", e il fratellino "Poi ci vediamo".

 

venerdì 3 maggio 2013

Io lavoro a scuola, faccio l'insegnante...


Vi copio e incollo un articolo molto interessante da un sito interessante: 
Io non lavoro in fabbrica o in azienda. Né in quelle “tradizionali” né in quelle “nuove”, che poi sono tutte fabbriche di precari. Io lavoro a scuola. Faccio l’insegnante.
Come si fa a fare il rating della scuola, mi sono chiesto? Per alcuni, la scuola non è neanche un luogo di lavoro duro, di quelli in cui grondi sudore e ti sporchi le mani. È il luogo del sapere, della cultura, della formazione e di altre belle parole dai significati alti.
Mi chiedo però se qualcuno sa come funziona la scuola oggi. Se sa cioè che le scuole sono libere di “affittare” forza-lavoro (leggi insegnanti) per qualche settimana e se ti va bene per qualche mese per poi rispedirti a casa, in attesa di una nuova chiamata. Io ho 32 anni e insegno matematica. Ed è una fortuna per un precario della scuola, perché gli abilitati in matematica sono pochissimi e quindi è più probabile che chi come me non è abilitato venga chiamato per delle supplenze.
Per caso ho scoperto che un istituto professionale della zona aveva esaurito le graduatorie di matematica e aveva urgente bisogno di un insegnante di matematica. È la mia occasione, mi sono detto.
Mi sono presentato a scuola e mi hanno fatto un contratto fino al 10 giugno, l’ultimo giorno di scuola. Sì, ma io dovevo fare gli scrutini e, avendo una classe dell’ultimo anno, anche gli esami di maturità. Ma se la scuola ti fa un contratto fino al 10 giugno loro risparmiano soldi, anche su una serie di imposte.
E così sei costretto a fare lavoro extra senza un contratto, perché la legge prevede che se tu porti una classe fino all’ultimo giorno di scuola poi devi fare gli scrutini. Altrimenti ti arriva la polizia a casa! Praticamente fai una specie di favore alla scuola!
Senza contare poi che con i ragazzi stabilisci un legame e, in particolare, in una scuola difficile come può essere un professionale.
E l’insegnamento a intermittenza che sta diventando la regola nella scuola è un danno per i ragazzi e per gli insegnanti, che ogni tot di mesi si trovano a dover stabilire un nuovo rapporto formativo ed educativo. Perché se il lavoro è precario, lo è anche il servizio!

giovedì 2 maggio 2013

Racconti indecenti sulla Scuola italiana...


Lavorare lontano da casa, andando ogni giorno in una o in più scuole, affrontando viaggi, spostamenti, spese di affitto, carburante  e tessere metrebus, affrontando fatiche fisiche e mentali e non avere più la certezza di una retribuzione. Questa è oggi la Scuola italiana, debitrice verso alcuni supplenti addirittura di stipendi relativi a settembre 2012, ma soprattutto fortemente malata di un "corto circuito" tra amministrazione del Ministero dell'istruzione, le Ragionerie territoriali del Tesoro e le amministrazioni degli istituti scolastici...

Scrive Ivana:  "Martedi 30 aprile sono andata negli uffici della ragioneria di stato territoriale e dopo lunga e penosa malattia l'impiegata è riuscita a visualizzare i miei stipendi di febbraio e marzo che sarebbero in pagamento dal 2 maggio...ma io non visualizzo nulla nel mio profilo NoiPa. l'impiegata mi ha detto che la scuola dovrebbe inviare i miei dati in cartaceo oltre a farlo via telematica. quindi ancora una volta dovrò andare in segreteria e convincere le impiegate a muoversi...io non ne posso più!!!"
Margherita: "E' dal mese di febbraio che lavoro e ho percepito solo una settimana fa la mensilità di marzo...di febbraio niente...considerando che lavoro sull'isola di Procida e ogni mattina prendo il traghetto delle 6,15,abito a + di 20 km dal porto, spese di benzina, parcheggio, abbonamento traghetto/ aliscafo...mi chiedo: è giusto tutto questo?"
Salvatore: dall'IC Francesco Nullo di Bergamo aspetta le mensilità di marzo e aprile e si sfoga così: "Supplente della scuola.....sono senza stipendi sia per quanto riguarda marzo che aprile....e siamo agli inizi di maggio....!!!E invece i politici....????Be'...le loro buste paghe...(18.000-20.000....), quelle sono sempre puntuali!!!!!!DATEVI FUOCO!!!! "
Nicola: "Insegno a Caserta e sono su due scuole, sulla prima scuola (liceo Manzoni, 3 ore) ero da metà novembre e ho percepito gli stipendi fino a dicembre, sull'altra (Itis Giordani, 5 ore) ci sono da gennaio e non ho ancora visto un euro sul mio Conto...che ormai langue. Sono un insegnante di lingua Inglese A346 abilitato SiSSI da molti anni. Che si può fare? sono disperato!"
Martina:  "Da Istituto' Barbarani '  di Minerbe aspetto mensilita': da settembre a dicembre 2012"
Cecilia  "dall'ISIS Niccolini-Palli, Livorno.  Aspetto i mesi febbraio, marzo, aprile".
Alessandra :  "Dall'I.c. via Cavour di Cuggiono (MI) aspetto le mensilità di gennaio e febbraio"
Raimondo : "dall' ITS N. Casula Varese  (qui siamo in tre così) aspettiamo Marzo e Aprile vediamo quando ... ( dicembre e gennaio e febbraio pagati a Marzo...)
Sergio.: " dall' Ist.nautico"GivanniXXIII"Salerno, aspetto la retribuzione di Gennaio,Febbraio e Marzo"
Fabiola: "  da I.I.S. "M.Buonarroti" Fiuggi (Fr) , aspetto Febbraio Marzo e Aprile"
Rosita: " da I.C. Ladispoli III aspetto la retribuzione di settembre 2012"
Domenico: "dal Convitto Vittorio Emanuele II di Roma aspetto la mensilità di dicembre e tredicesima. Aspetto marzo da altri istituti"
Scrive Pier Tommaso: "Aggiornamento sulla mia situazione: sono un assistente amministrativo ex art. 40 e ad oggi, 1 maggio 2013, non ho ancora percepito gli stipendi di marzo e aprile 2013. Ho contattato NoiPa al numero verde 800-991990 e l'operatrice mi ha detto che non sono stato pagato perchè la scuola non avrebbe inviato i prestati servizio di marzo. Comunico ciò alla collega che si occupa della trasmissione dei prestati servizio tramite SIDI la quale è sicurissima di averli invece inviati regolarmente, come ogni mese. Al che si mette al telefono prima con NoiPa, poi col Tesoro e ottiene da loro la stessa risposta che ho ottenuto io (non vedono i miei prestati servizio). Decide allora di contattare l'Help Desk del SIDI ma per loro è tutto in regola: i prestati servizio risultano inviati ed "elaborati"...... Solo che NoiPa continua a non vederli!!!! D'accordo con un alto dirigente del Tesoro si opta per l'invio dei prestati servizio in forma CARTACEA. Domani contatterò nuovamente il Tesoro e vi farò sapere. Per quanto mi riguarda il governo di tecnici ha fatto un sacco di danni! Fino al 2010, anno della mia ultima supplenza, ogni giorno 4-5 del mese prendevo lo stipendio del mese successivo ed era la scuola a pagarmi direttamente! Funzionava tutto molto meglio!!!"
Beatrice: " Il 23 aprile hanno canalizzato lo stipendio di febbraio I C Salina isole eolie (ME) ....da allora nn ho lavorato"
Tommaso:  da I.I.S.S."Mattarella - Dolci" Castellammare del Golfo aspetto mesi di Febbraio, Marzo e Aprile
Giulia: " Da I.C. Via Luigi Rizzo 1 Roma aspetto mesi di dicembre, marzo (e ovviamente aprile)"
Italo: " Da ITN nautico Artiglio di Viareggio aspetto mese di Marzo e Aprile"
Lucianna: "da  I.C. Pascoli Matera aspetto solo il mese di aprile, gli altri mesi con tre mesi di ritardo sono arrivati, spero di non aspettare di nuovo tre mesi per avere aprile"
Michela : ho ricevuto ieri quelli di marzo......vediamo a sto punto quando mi accrediteranno aprile...cmq ITIS Zuccante Mestre (VE)
Antonella: "dall'I.C. Scanzano Jonico (MT) Aprile" 



SUPPLENTI DELLA SCUOLA SENZA STIPENDIO

lunedì 29 aprile 2013

Attenti al CUD !!

Care colleghe e colleghi, partiamo dal memorandum sugli adempimenti fiscali. Poi veniamo al caso nostro.
Il modello 730 può essere presentato al proprio datore di lavoro entro 16 maggio 2013. Oppure entro il 31 maggio se ci si rivolge ad un Caf o a un intermediario abilitato. Il primo caso riguarda il personale di ruolo ( e credo anche coloro che hanno un contratto fino al 31 agosto) che possono fare il 730 tramite NoiPa e inoltrarlo online.
Entro il 14 giugno 2013 il datore di lavoro o ente pensionistico deve consegnare al contribuente cui ha prestato assistenza una copia della dichiarazione elaborata e il prospetto di liquidazione modello 730-3, con l'indicazione delle trattenute o dei rimborsi che saranno effettuati.
Il Caf o il professionista abilitato deve consegnare entro il 15 giugno al contribuente cui ha prestato assistenza una copia della dichiarazione e il prospetto di liquidazione modello 730-3, elaborati sulla base dei dati e dei documenti presentati dal contribuente.
Vi riporto adesso un esempio di come potrebbero andare le cose per chi ha svolto numerose supplenze brevi in una grande provincia.
Se da gennaio a dicembre 2012 abbiamo lavorato con supplenze brevi per una decina di scuole dovremmo aver ricevuto una decina di CUD più quello dell'INPS per l'indennità di disoccupazione . In alcuni casi li riceviamo direttamente per posta, in altri casi riceviamo la telefonata che ci preavverte. 
Può succedere anche che alcune segreterie non si premurano né di avvertire né di spedire.  Ma non lo fanno per cattiva fede. Non si rendono conto che i supplenti che hanno lavorato in quella scuola risiedono in un altro comune, magari a 70 km, e si trovano incollati al telefono, alle convocazioni e ad incarichi di supplenza.
Diligentemente, alcune scuole lo mandano per posta certificata o per posta. Invece ad altre scuole non importa  che già inseguiamo stipendi arretrati, che non possiamo permetterci anche di inseguire il rilascio dei CUD o di  ricordare noi a loro che è un adempimento obbligatorio.
Quando sono state fatte queste osservazioni ad una scuola di Rignano Flaminio e ad una di Cerveteri, la prima ha risposto in un primo momento che se si voleva il CUD occorreva andarselo a prendere di persona. La seconda invece ha risposto che se lo si voleva ricevere per posta occorreva spedire prima i francobolli perchè la scuola non può spendere soldi in francobolli per il CUD e nemmeno può spendere molto tempo per queste operazioni.
Alla fine però, chiedendo una trasmissione via fax o via email (che richiedono poco tempo) il problema si è risolto.  Anche se in teoria, volendo essere precisi, occorrerebbe ricevere il documento originale oppure su posta certificata.  
Insomma colleghi qual'è la morale? Attenti ai CUD! Attenti sia quando ricevete un CUD che attesta stipendi che non avete ancora preso, sia quando non l'avete ricevuto perchè la scuola è stata disattenta o menefreghista.
Conteggiate le scuole per cui avete lavorato e i CUD ricevuti. Anche perchè, a nostro parere, quando tra un mese faremo domanda per ottenere l'Aspi (indennità di disoccupazione), i CUD potrebbero essere necessari non possedendo i cedolini dello stipendio.

Buona giornata a tutte e tutti.

domenica 28 aprile 2013

Italia, polveriera del sociale?


Può una situazione familiare difficile, la "perdita" di affetti importanti o la perdita di un lavoro far scattare istinti omicidi?
Si può, dopo quanto è accaduto oggi davanti a Palazzo Chigi, parlare frettolosamente e superficialmente di disturbi psichiatrici ?
Non sarebbe forse il caso di andare oltre il singolo episodio e fare una lettura panoramica più approfondita di fenomeni sempre più diffusi di auto ed eteroaggressività?
Quando si piomba nella disperazione conta senza dubbio il patrimonio cognitivo ed emotivo individuale e le sue risorse soggettive, ma conta anche la risposta di aiuto che è capace di dare la famiglia di origine, rete primaria di welfare. Conta poi la comunità nel quale la persona vive ed è inserito e  le relative risorse relazionali di cui quel determinato ambiente dispone. Contano pertanto anche le politiche pubbliche che le istituzioni di prossimità sono in grado di implementare costruendo un feedback con i cittadini attivi e il volontariato.
Numerose ricerche psico-sociologiche, che hanno analizzato le cause degli episodi depressivi, fonte di autolesionismo e aggressività, hanno rivelato che l'insorgenza della maggior parte di questi episodi origina da alcuni eventi specifici o dalle difficoltà esistenziali di un individuo. In genere entro 6 mesi da un evento grave, come può essere un qualche tipo di "perdita", un lutto, una separazione, un forte stress in ambiente lavorativo o la perdita del lavoro e del reddito minimo di sopravvivenza si può manifestare un  vero e proprio "corto circuito" nel contatto con la realtà.
Nel triplice suicidio di Macerata sembrerebbe chiaro quanto abbia pesato il senso di autoisolamento delle vittime. Il grave disagio economico rapportato all'ambiente avrebbe creato una forte resistenza a chiedere aiuto lasciando spazio ad una sorta di "vergogna" per la propria povertà rispetto al contesto sociale.
Quando in una situazione generale di crisi economica crescente e di malgoverno si concentrano insieme i seguenti fattori: una rete familiare di origine inesistente o sgretolata, un contesto sociale privo di qualsiasi senso di solidarietà comunitaria, come accade in alcuni quartieri dormitorio urbani,  la mancanza di capacità e volontà politiche degli enti istituzionali di prossimità come Comuni, Municipi, distretti sanitari, allora questo mix di fattori può rappresentare la miccia di una polveriera sociale pericolosa.
Per questi motivi serve un cambiamento di rotta su tutti i fronti, sia a livello centrale che a livello periferico.
Non basterà mettere mano al problema occupazionale e alla stabilizzazione del precariato nella scuola e negli altri settori con leggi urgenti, servono anche provvedimenti urgenti per far funzionare gli enti locali, la cultura, i servizi sociali, la burocrazia.  Fino a quando le politiche per i cittadini e per il bene comune saranno schiacciate da carrozzoni clientelari, da voti di scambio e assunzioni guidate dai partiti, rimane probabile che rabbia e indignazione, mista a sofferenze individuali, si possano annidare sempre più nel tessuto sociale, generando tragedie non prevedibili come quella di oggi.